quando nel lontano 2005 mi recai a Colonia assieme ad orde di giubilanti giubileatori, tutti assieme per ridere, ballare, discutere e pregare, andai a vedere il museo di …
hei aspetta un momento, cooooooosa? tu sei andato alla Giornata Mondiale della Gioventù? te? ma proprio te che c’hai il blog meglio posizionato su google per morte al papa? naaaaaa, non ci credo!
ebbene si, infedele, ci sono andato alla Giornata Mondiale della Gioventù e ribadisco MORTE AL PAPA. A questo punto credo che questo sia il post adatto per far sloggiare gli scheletri dall’armadio (che adesso viene freddo e ci devo mettere i giubbotti).
Mi spiego quindi: correva l’anno 2005, aggiungi il fatto che ero senza un euro, come tutti gli studenti universitari dopotutto, ma volevo comunque farmi una bella vacanza estera, a questo sommi un leggero inganno (“vuoi venire ad un rave di giovani da tutto il mondo che si ritrovano a Colonia a fare festa, 2 settimane a solo 300 Euro” – “ci sono preti nel mezzo?” – “mah, non mi pare …”), ottieni la mia iscrizione al raduno dei Papa Boys sig, sob, sbuff
Tralascerò, per carità ateo-agnostica e perché ho appena mangiato, di descrivere nel dettaglio il degrado umano che ho potuto ammirare in 2 settimane a diretto contatto con il nemico.
A grandi linee posso elencare 6 avvenimenti-riflessioni tragicomiche utili per rendere il clima e l’atmosfera che circolava a Colonia in quel tempo:
- si dormiva in una palestra ed una scuola, ovviamente i maschi in scuola e le femmine in palestra, ben separati;
- i papaboys sono usi ad effettuare le abluzioni giornaliere rigorosamente in costume da bagno, i maschi con i comodi boxer e le femmine con i pratici costumi interi (ad un pezzo), ovviamente per abluzione intendo la doccia (non serve ricordare la separazione dei sessi, credo);
- al quarto giorno dal nostro arrivo uno spaurito e disorientato papaboys ha chiesto indicazioni sul luogo in cui trovare una toilette, ancora oggi mi chiedo in quali visioni mistiche si incorra con una prolungata privazione delle primarie funzioni corporali;
- pare, da miei studi recenti, che i papaboys maschi ignorino l’utilizzo di questo oggetto (e mi perdonerà Duchamp);
- pur avendo un pass speciale che rendeva ogni servizio pubblico gratuito (metropolitana, treno, autobus, musei e mostre) i papaboys preferiscono stare in chiesa a pregare invece che visitare i piccoli borghi delle vicinanze come Dusseldorf, Colonia o Bonn;
- i papaboys si svegliano presto la mattina per una non meglio identificata messa delle 7.30 (dopo la bestemmia del primo giorno non hanno più osato disturbare il mio quieto riposo);
- di tanto in tanto sentono il bisogno di una preghiera o una canzoncina, di certo non sarà il trovarsi in autobus, sul treno o in autogrill, che li potrà fermare.
Tutto questo sproloquio solo per dire che i papaboys sono un branco di disadattati, senza spina dorsale, totalmente disinteressati all’arte e alla cultura e con grandissimi problemi nella sfera emotiva e sessuale?
Certamente no, tutto questo sproloquio serve a presentare degnamente l’artista autore della “Church of Fear”. Opera in esposizione al Museum Ludwig tra un Lichtenstein e un Warhol proprio nei giorni di maggior afflusso degli sfigaboys.
Pronti?
Via; ecco la “Church of Fear” ed il suo ideatore Christoph Schlingensief
ed un piccolo estratto dal sito www.church-of-fear.net:
ARE YOU PLANNING A TERRORIST ACT?
When? Where? Why?
Stand in for your right to personal terror!
Contact us:
holy@church-of-fear.net
Become the ruler over your fear ! Build your own Empire of Fear and wipe out everything and everybody that wants to make use of your fears ! You have the right and you have the power! FEARPOWER!
E che un prete venga a dirmi che parlo male dei giovani cattolici solo perché non li conosco, mavaffanc…